Il volume fa parte della collana dedicata alla riforma del processo civile – coordinata dal Consigliere Rosaria Giordano e dal Professor Andrea Panzarola.
L'opera è dedicata ai giudizi di impugnazione, profondamente innovati dalla recente riforma. Per quanto riguarda l’appello, l’intervento principale ha avuto ad oggetto l’art. 342 c.p.c., ossia la norma cardine della relativa disciplina: nella norma ritorna il concetto di specificità, che è rafforzato dal riferimento ai principi di chiarezza e sinteticità; il legislatore ha poi reintrodotto la figura del consigliere istruttore; è soppresso il congegno del filtro in appello; vengono modificate anche le fasi di trattazione e quella decisoria.
Quanto al giudizio di cassazione, il legislatore ha previsto l’unificazione del procedimento camerale, con soppressione della distinzione tra quello disciplinato dall’art. 380-bis e quello disciplinato dall’art. 380-bis.1 c.p.c., e l’estensione del rito a tutti i casi in cui la Corte debba dichiarare l’improcedibilità del ricorso. Il legislatore delegato ha inoltre provveduto alla soppressione della cd. sezione filtro.
Ancora, si segnala la possibilità di ricorrere al giudizio di revocazione nei casi in cui, una volta formatosi il giudicato, il contenuto della sentenza sia successivamente dichiarato dalla Corte EDU contrario alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e ai suoi protocolli.
Una menzione a parte merita l’introduzione dell’istituto del rinvio pregiudiziale alla Corte di cassazione, previsto dall’art. 363-bis c.p.c. Si tratta di un istituto ispirato alla legislazione comunitaria e francese che prevede la possibilità per il giudice di merito di sottoporre direttamente alla Corte di cassazione una questione di diritto nuova e potenzialmente seriale.